IL BAMBINO E LO SCHERMO
sabato 14 agosto 2010
Documento presentato al Convegno "Il Bambino Cre-attivo"
Castiglioncello, 7, 8, 9 maggio 2010
Il Coordinamento Genitori Democratici è da sempre impegnato con i genitori e il mondo della scuola in attività tese allo sviluppo di una cultura cinematografica e degli audiovisivi, per un approccio critico nei confronti del linguaggio multimediale e di educazione all’immagine.
Come previsto all’art. 5 del nostro Statuto, è prioritario per il CGD promuovere “attività di ricerca e di elaborazione, relative ai problemi della comunicazione e dell’informazione (mass-media, internet, pubblicità, ecc.), delle nuove tecnologie e, in particolare, dei loro rapporti con l’educazione e con la scuola”.
Crediamo che il cinema possa e debba ancora significare una esperienza significativa, svolgere una funzione importante di socializzazione, di conoscenza, di stimolo dell’immaginario dei bambini e dei ragazzi. Perché sia così, devono essere tenuti presenti alcuni aspetti centrali, troppo spesso trascurati: l’età, la capacità di comprensione delle immagini, la presenza dei genitori prima, durante e dopo la proiezione. Il CGD ritiene che la tutela di bambini e ragazzi dall'accesso a contenuti illegali o nocivi nel campo della comunicazione debba essere perseguita sia con meccanismi sanzionatori forti, sia attraverso un potenziamento delle conoscenze e delle capacità dei genitori e di chi svolge funzioni educative.
La libertà di manifestazione del pensiero e la libertà di creazione e di produzione artistica non possono essere limitate mediante forme di censura, ad esclusione della necessità di protezione dell’infanzia, della gioventù e della famiglia, in conformità all’articolo 31, secondo comma, della Costituzione.
Non è facile tracciare una linea di demarcazione tra ciò che è "positivo" e ciò che è "negativo", tra ciò che sarebbe bene vedere e ciò che forse è meglio non vedere. È un campo di ricerca molto controverso: poiché la comunicazione e l’apprendimento sono fenomeni complessi, non si può pensare di ragionare secondo il modello stimolo-risposta, cioè individuando nessi deterministici di correlazione tra la visione di un film ed i suoi effetti. Tuttavia, poiché la fiction può svolgere un’importante funzione di socializzazione ed ha senz’altro un impatto sull’immaginario, anche se ambiguo e difficile da definire, occorre farsi carico di alcune scelte e di alcune precauzioni, con un atteggiamento non rigido, ma di ricerca. I due estremi da evitare sono la censura e l’assenza di “cura” per contenuti e linguaggi della fiction proponibile a diverse età: in entrambi i casi, infatti, censurando o trascurando il problema, si sottovaluta la complessità dell’esperienza dello spettatore e le differenze tra spettatori bambini, adolescenti e adulti.
Questa associazione è favorevole ad un sistema di classificazione dei film che responsabilizza, in primo luogo, le imprese di produzione e di distribuzione, sulla base di una procedura e di una griglia di valutazione che comprende criteri precisi e verificabili e da sottoporre a periodica revisione sulla base delle esperienze maturate, che dia spazio all’autoregolamentazione, alla classificazione delle opere e graduazione degli orari di messa in onda, ispirati alle regole in vigore nel resto d’Europa, per tutelare i minori non solo rispetto alle opere cinematografiche e televisive, ma anche ai supporti multimediali, dall’homevideo ai videogiochi. Occorre andare verso il superamento delle rigidità derivanti dall'attuale segmentazione dei limiti di età per i divieti (14-18 anni) attraverso l'individuazione dell'ulteriore fascia dei 10 anni, prendendo in considerazione anche ulteriori misure di limitazione che in taluni casi prevedano l'accompagnamento di un genitore anche in assenza di un divieto specifico.
Oggi il nostro ordinamento, ai sensi della legge 21 aprile 1962, n. 161, prevede il nulla osta preventivo dell’Autorità governativa, rilasciato su parere conforme delle Commissioni per la revisione cinematografica di primo e secondo grado. La Commissione, oltre a poter dare eventuale parere contrario alla proiezione in pubblico dell’opera filmica, ove ravvisi in essa offesa al buon costume (ex art. 6 della menzionata legge), ha il compito di stabilire se alla proiezione del film possono assistere i minori degli anni 14 o i minori degli anni 18, in relazione alla particolare sensibilità dell’età evolutiva ed alle esigenze della sua tutela morale (art. 5 della stessa legge).
Ogni Commissione è presieduta da un docente di diritto ed è composta da un docente di psicologia dell'età evolutiva, due esperti di cultura cinematografica, due rappresentanti dei genitori provenienti dalle associazioni più rappresentative, due rappresentanti di settore, più un esperto designato dalle associazioni per i diritti degli animali, laddove siano utilizzati nella produzione.
Il CGD, da oltre dieci anni, fin dalla introduzione della componente genitori, partecipa alla Commissione di Revisione Cinematografica.
E’ un impegno gravoso, soprattutto perché sono forti gli interessi che si muovono. Siamo chiamati a giudicare film che se ottengono un divieto ai minori di 14 o 18 anni, non solo possono avere ripercussioni negative al cinema, ma successivamente non saranno programmate in TV in prima serata.
E’ di pochi mesi fa l’ulteriore attribuzione delle competenze per la qualificazione di “film per ragazzi”; per essere qualificato tale il film di lungometraggio o di cortometraggio, deve avere un contenuto tale da contribuire alla formazione civile, culturale ed etica dei minori. Ma non solo questo, infatti la legislazione vigente (d.m. n. 310 del 2000) prevede crediti di imposta agli esercenti cinematografici per la programmazione di film di tale tipologia. Siamo favorevoli alla promozione di iniziative rivolte ad accrescere il livello qualitativo e quantitativo delle produzioni dedicate a bambini e adolescenti, che diano impulso e sostegno, anche economico, ma non vorremmo che passassero in seconda linea i parametri ai quali deve rispondere il film per essere qualificato per ragazzi.
L’associazione Coordinamento Genitori Democratici è ferma nel contrastare la di ogni produzione che favorisca l'istigazione all'odio, alla violenza, al razzismo, alla pratica di relazioni volgari e prevaricanti.
Riteniamo pertanto necessario aprire un confronto nel Paese tra gli operatori del settore, gli educatori, i decisori politici per una revisione ormai improrogabile della legislazione vigente.
Vincenzo Brogi
Responsabile della Commissione Cinema del CGD
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